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Valorizzazione dell’invalido e storie di emigranti: convegno Laic a Casoli

Pubblicato 7 Novembre 2015

Casoli (Chieti) – Un incontro di solidarietà che affronta una tematica che spesso non viene approfondita. ‘L’invalido, il recupero sociale e la valorizzazione’ è stato questo il tema affrontato nell’incontro organizzato al teatro comunale di Casoli dalla L.a.i.c Abruzzo (Libera associazione invalidi civili) assieme alla sezione casolana dell’ente morale. L’ente, presieduto da Carlo Barrella e la cui sede è a Lanciano, ha scelto di organizzare l’incontro in vista del convegno nazionale che si terrà a Lanciano il prossimo 28 novembre 2015 all’auditorium ‘Gennaro Paone’ della Bper in viale Cappuccini dove la tematica sarà approfondita e sviluppata ulteriormente.

Nell’incontro casolano, invece, si è discusso dell’invalidità sotto diversi aspetti e non senza diversi cenni storici. In seguito sono stati affrontati altri argomenti correlati, poi riassunti in una proposta: “Sono stati fatti molti passi avanti in questo campo – spiega commosso ed orgoglioso Carlo Barrella, presidente Laic Abruzzo – ma ne manca uno che credo sia il più importante. Noi della Laic, infatti, non ci limitiamo a all’assistenza e al miglioramento della vita dell’invalido ma siamo attivi nel campo con un impegno forte e deciso volto alla valorizzazione dell’invalido”. “Cerco di spiegami meglio – riprende Barrella – noi della Laic notiamo, sempre in merito alla valorizzazione dell’invalido, la cronica mancanza di rappresentanti, in politica, degli invalidi sia a livello europeo che nazionale. Una mancanza di rappresentatività grave e per questo noi auspichiamo un’inversione di rotta al riguardo. Per fare un esempio: emettere provvedimenti legislativi che sanciscano obbligatoriamente la presenza di una percentuale di disabili come candidati nel tessuto socio politico. Come del resto – conclude Barrella – è stato fatto giustamente con le ‘quote rosa’ per la rappresentanza femminile in politica”.

Lo statuto della Laic, infatti, prevede che l’invalido sia posto, all’interno della comunità, in posizione paritaria sotto tutti gli aspetti, sia sociali che lavorativi come ci si aspetta in uno stato democratico. Anzi, valorizzando quelle che sono le proprie peculiarità. In tal senso, la serata ha visto anche la presentazione del libro ‘Casimiro Fiorentino: racconti di un emigrante casolano’ che è stato distribuito, gratuitamente, nel corso della serata. Il libro è una selezione dei testi più significativi scritti dall’autore – lo stesso Casimiro Fiorentino – e adattati a libro. Storie di ricordi e di vita vissuta che vedono protagonista, senza filtri e senza finzioni romanzesche, proprio Casimiro: dall’infanzia vissuta a Casoli, fino all’approdo in Belgio, a Charleroi, dove Casimiro è emigrato e dove ha ‘costruito’ la sua vita, lavorando e mettendo su famiglia. Sempre con Casoli nel cuore, dove torna spesso, in particolare nel periodo estivo.

Proprio sui racconti di Casimiro Fiorentino si è soffermato il giornalista Antonello Masciantonio. Secondo Masciantonio, il libro di Casimiro rievoca in lui: “I ricordi di quando, da bambini, ci si divertiva con giochi semplici e si può rivedere, metaforicamente, Casoli appena dopo la fine della seconda guerra mondiale. Un periodo in cui, noi bambini di allora, non chiedevamo nulla ai nostri genitori. Era un periodo in cui si riusciva ad essere felici con poco. C’era, e c’è tuttora, una grande amicizia con Casimiro, mantenuta nonostante la distanza. Ogni estate lui torna qui e con molto piacere parliamo. Parlare con lui è come farsi trascinare da un fiume in piena, è una delle poche persone che ha sempre qualcosa di intelligente da dire”.

Sulla stessa linea di pensiero anche Filippo Travaglini, professore, che aggiunge: “Nei racconti di Casimiro si può trovare una duplice lettura: oltre ai ricordi su Casoli si può notare una similitudine con i tempi moderni in cui i nostri giovani partono, lasciando l’Italia, e vanno alla ricerca di un posto migliore. Come nel caso di Casimiro, rimane sempre l’orgoglio e la memoria del posto da cui si è partiti in cui si hanno le proprie origini. Non senza malinconia, come si può notare in alcuni racconti del suo libro”. Di elevato contenuto etico e di grande spessore morale è risultato, infine, l’intervento della professoressa Antonella Di Cola sulla dimensione della solidarietà attraverso il volontariato. Senza tralasciare paragoni con il mondo dei classici greci e latini.

Piergiorgio Di Rocco, giornalista

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